Qualche giorno fa, nella mia cantina in via San Leonardo ad Arcidosso (il mio paese) c’è stata l’inaugurazione di una mostra d’arte alla quale partecipavo pure io, da principio, non ero molto convinta, perché in questo periodo sono incasinata e non volevo stressarmi troppo, loro hanno insistito e mi sono ritrovata in un affare incresciosissimo, si perché io non mi prendo molto sul serio, faccio delle cose solo per il piacere di farle, non credo di essere speciale solo perché so disegnare, anzi credo che siamo tutti degli artisti in qualcosa…
Nella mia vita, ho conosciuto tante persone con caratteristiche eccezionali, farò qualche esempio, ce ne sono alcune che sanno smaterializzarsi proprio al momento di pagare il conto del ristorante (il mio ex fidanzato) oppure persone che riescono a farti sparire in un’ora un paio di bottiglie di grappa ( gli amici del mio fidanzato) senza contare tutti quelli che hanno un lavoretto normale ma in realtà al momento opportuno si trasformano in pediatri, musicisti, ingegneri e grandi poeti…. che tristezza ….
Insomma, dalla cantina mi hanno fatto togliere tutto perché non gli andava bene niente, volevano bucare con il trapano tutti i sassi in peperino per attaccare le loro opere ma la cosa più ganza di tutti è stato il titolo della mostra : “Le vibrazioni dell’anima” ma io dico, maremma cane! Ma che titolo è? Io non lo so se l’anima vibra a me però le scatole mi sono vibrate parecchio.
Il giorno dell’inaugurazione gli artisti erano tutti vestiti in pompa magna, giacche di flanella, lustrini e merletti come se piovesse, io ormai atterrita dalla stanchezza e rassegnata, da tutto il resto indossavo un paio di jeans con due vistose patacche amorosamente fatte da mio figlio con una pizzetta untissima al pomodoro e una maglietta verde che si intonava benissimo con il mio incarnato.
I due pittori in questione, per altro bravi per carità, si sono calati nella parte dei grandissimi artisti e appena è arrivata la gente l’hanno assalita con una serie infinita di spiegazioni sulle proprie opere, mentre gli invitati cercavano inutilmente di arraffare l’insalata di riso e le pizzette.
è stato allora che ho cominciato proprio a divertirmi, i pittori tra un bicchiere di vino ed un altro si fogavano sempre di più sui malcapitati visitatori che boccheggiavano in mezzo a tutte quelle parole e cercavano in ogni modo di indietreggiare verso l’uscita …
Dalle sei di pomeriggio, orario di apertura della mostra fino alle due di notte, hanno parlato e parlato e parlato e parlato, in particolare, uno dei due, sembrava che avesse mangiato due o tre scatole di mortaletti avanzati dall’ultimo dell’anno, e non s’era dato pace neanche per un istante, verso le due, come era ovvio che accadesse il pittore numero uno, quello dei mortaletti per intenderci, s’è sentito male a causa di un violentissimo sbalzo di pressione e l’hanno ricoverato al pronto soccorso.
Dal letto dell’ospedale è riuscito ugualmente a mandarci un messaggio con scritto: “ tenete alte le vibrazioni, io ne sono stato travolto”.
Pizza ai fiori di zucca e salsiccia
per una decina di pizze tonde
un chilo di farina 00
mezzo litro di acqua
15 gr di sale
25 gr (un panettino) di lievito fresco
4 fiori di zucca e mezza salsiccia spezzettata per ogni pizza.
Sciogliete il lievito con metà acqua, tiepida, nell’altra metà sciogliete il sale, versate tutto nella farina e impastate fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo, lasciate lievitare in un contenitore chiuso per circa 4 ore poi formate delle palline e lasciate lievitare ancora, sempre coperte e distanziate tra loro.
con un po’ di farina sulla spianatoia e il mattarello, stendete la pasta e infornatela per 3,4 minuti in forno preriscaldato a 220°, toglietela e mettete sopra la mozzarella,i fiori e la salsiccia, rimettete in forno e toglietela quando la mozzarella è bella fusa.
Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli