Causa sciatica, mio marito è agli arresti domiciliari quasi tutto il giorno e verso le 7 comincia a matteggiare e a parlare un po’ con la lavatrice e un po’ con i pesci dell’acquario. È per questo motivo che sua sorella e mio cognato sabato sera hanno deciso di tenerci Diego in modo da poterci permettere una seratina intima comprensiva di:
Doccia lunga
Aperitivo
Cenino al ristorante
Serata di sesso sfrenato, sciatica permettendo.
Di solito il sabato il figliolo ce lo tiene il babbo di mio marito dalle 8 fino alle 11, quindi le suddette 4 cose le facciamo con tempi ridottissimi tanto da sembrare una puntata di Benny Hill. Stavolta invece, ce la siamo proprio presa con calma e abbiamo deciso di andare a mangiare a Civitella Paganico, dove c’è un piccolo e caratteristico ristorante. Appena siamo arrivati, all’ingresso, ho subito notato un gattaccio tricolore con la coda mozzata accoccolato bellamente su una sedia del ristorante; non ho una grande simpatia per i felini a causa di Dolly, il gatto siamese di mia nonna: quando ero piccola lo stramaledetto si divertiva a graffiarmi i polpacci ogni volta che mi vedeva, di conseguenza avverto subito una certa diffidenza appena li vedo.
La cameriera del ristorante c’ha fatto sedere in mezzo alla sala, accanto a noi c’era una coppietta giovane, dietro un signore antico con baffi e barba bianchi, uguale uguale all’omino delle 1000 lire accompagnato dalla moglie. Di fronte stavano seduti un gruppo di castroni ( uomini che non hanno successo con le donne e che sono soliti muoversi in piccoli branchi indossando pantaloni con le rovescine).
Abbiamo ordinato tutti una fiorentina, piatto forte della casa; le bistecche sono arrivate quasi in simultanea e mentre la stanza si riempiva del succulento profumo della carne, il gatto tricolore come un grillo s’è alzato di soprassalto e ha cominciato prima a strusciarsi lungo le sedie, poi ad arrotarsi le unghie lungo le gambe del mì Roberto che era visibilmente innervosito. Ad un certo punto è successa una cosa da non credere: il gatto s’è alzato tutto dritto all’impiedi e con la zampetta ha cominciato a razzolare nel piatto della coppietta! Se l’avesse fatto a me, gli avrei infilzato la zampina con la forchetta ma quelli c’hanno il sesto senso e da me non è venuto per niente. La coppietta devo dire è stata molto cortese e si è limitata a fare sciò sciò, il furbastro ha smesso subito e s’è diretto veloce verso Giuseppe Verdi. E mentre la moglie si soffiava il naso ecco il gatto che con un salto carpiato s’è lanciato proprio sopra la fiorentina: la moglie dell’omino era furiosa, ha cominciato a battere le mani e ad urlare: “Via via ma dateglielo da mangiare a questo gatto!!”
Le considerazione sulla serata sono state le seguenti:
1 Gli animali al ristorante a meno che non provengano già belle cucinati dalla cucina dovrebbero stare fuori o a casa del cuoco a mangiare croccantini.
2 La gente è matta.
3 I gatti senza coda hanno combinato sicuramente qualcosa e sono bricconi.
Schiaccia morbida
ingredienti:
350gr di farina 0
200ml di acqua
14gr di lievito di birra
1 patata
2 cucchiaini di sale
100ml di olio extra vergine di oliva
rametto di rosmarino
sale grosso qb
Lessate la patata e passatela nello schiacciapatate, sciogliete il lievito nell’acqua tiepida, sulla spianatoia formate una fontana e mettete l’olio, l’acqua con il lievito, le patate e in ultimo il sale, amalgamate bene e lasciate riposare per un’oretta coperta da un canavaccio in modo che lieviti.
Stendete l’impasto con le mani e bucherellate la superficie con le dita, lasciate riposare la pasta per circa una mezzora, in modo che continui a lievitare,mettete sopra il rosmarino e infornate in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti.
Una volta cotta cospargete di sale grosso e un filo do olio extra vergine di oliva
Ricetta, fotografia e tagliere in ceramica di Cinzia Bardelli