Sugo di capriolo

Quest’anno non avevo molta voglia di partecipare con la mia cantina alla festa della castagna, perchè è un vero gioco al massacro, non c’è solo da cucinare, ma da trovare tavoli, sistemare e ordinare tutto e la cucina che ho a disposizione non è professionale, ma è come quelle di casa e io il sabato faccio un centinaio di coperti.
Durante quelle cene accadono cose irraccontabili, sia dentro la cucina che fuori, la gente è sempre terribilmente affamata, vorrebbe entrare a tutti i costi e così si accalcano urlanti dietro la porta a vetri ricordandomi in tutto e per tutto la scena di Romero, nel film, i protagonisti, rimangono intrappolati nel centro commerciale dove quei bavosi di zombi annaspano per entrare per poterli azzannare, questa la situazione appena fuori la cantina, dentro invece la gente che non ha ancora ordinato smania e punta i piatti degli altri mentre con fare nevrotico piega i bordi delle tovagline in segno di implacabile bisogno di cibo.
Le scene più raggelanti però, avvengono in cucina, dove tre disgraziati fra cui io, abituati a cucinare a casa per massimo 4 persone si ritrovano come al circo, ìn balia di piatti volanti, ustioni di polenta nelle nocche delle mani, polpastrelli rimasti nell’affettatrice e stress da prestazione.
Una ventina di giorni fa, ho sparso la voce che cercavo qualche animale da cucinare per questo evento ed ecco che ieri pomeriggio mi è venuto a bussare alla porta di casa un capriolo intero pronto per essere cucinato, pronto si fa per dire, visto che doveva essere tutto spezzato, frollato e marinato.
Con la mannaia in mano ho cominciato a martorizzare il povero animale ed è stato un lavorone, schizzi di carne pure sul soffitto, insomma una degna sequenza da film di Dario Argento.
il capriolone era talmente grande che l’ho dovuto marinare in due bacinelle dei panni, il mio fidanzato che è tutto schizzignoso, storceva la bocca in continuazione ed ha così rischiato l’amputazione degli arti inferiori.

ecco la ricetta per 4 persone

un chilo di capriolo
mezzo litro di latte
una bottiglia di vino rosso
sale
una foglia di alloro
un mazzettino di salvia
un rametto di rosmarino
due spicchi di aglio
due peperoncini
un quarto di barattolo di pomodoro concentrato
8 cucchiai olio extra vergine di oliva

Fate marinare la carne per una notte nel vino, il mattino seguente, buttatelo e sciacquate bene la carne sotto l’acqua corrente, sistematela in un tegame e coprite con il coperchio, fate spurgare tutta l’acqua, ripetendo l’operazione per un paio di volte, buttando naturalmente l’acqua prodotta.
Sciacquate nuovamente la carne e preparate il trito di odori, schiacciate l’aglio e rosolate il tutto nell’olio, aggiungete la carne e rosolatela bene, a questo punto unite il latte e un bicchiere di acqua e portate a cottura, aggiungendo se necessario, ancora acqua. ci vorrà circa un’ora, a cottura ultimata incorporate il pomodoro e fate sobbollire a fiamma bassissima per una mezzora.
Ricetta di Cinzia Bardelli

Maltagliati con farina di castagne, robiola e pancetta affumicata

Ingredienti per 4 persone
300 gr di farina 00
200 gr di farina di castagne
4 uova

200 gr di Robiola fresco
una fetta tagliata un cm di pancetta affumicata
un filo di olio extra vergine di oliva
un bicchierino di latte

Formate una fontana con le due farine, aggiungete le uova e impastate, fate riposare una mezz’ora la pasta, stendetela e tagliatela in maniera grossolana, formando dei quadrotti,     ( io l’ho passata nella macchinetta della pasta al numero 6, in modo che non venisse troppo fina)
mettete l’acqua a bollire con il sale e nel frattempo, tagliate a cubetti la pancetta rosolate con appena un filino di olio, devono diventare belli croccanti, metteteli da parte e sciogliete in una padella il robiola con il latte, scolate la pasta, fatela saltare nel formaggio e concludete mettetendo sopra la pancetta.

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli

 

Pizza patate e rosmarino

mezzo chilo di farina 00
25 cl di acqua
8 gr di sale
15 gr (mezzo panettino) di lievito fresco
due patate sbucciate
rosmarino
sale pepe qb
olio extra vergine di oliva

Sciogliete il lievito con metà acqua, tiepida, nell’altra metà sciogliete il sale, versate tutto nella farina e impastate fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo, lasciate lievitare in un contenitore chiuso per circa 4 ore poi formate delle palline e lasciate lievitare ancora, sempre coperte e distanziate tra loro.
con un po’ di farina sulla spianatoia e il mattarello, stendete la pasta e adagiatela su una teglia foderata di carta da forno e mettetela a riposare per un’oretta al caldo in modo che lieviti, preriscaldate il forno a 200° e tagliate a fettine sottilissime le patate, mettete un filo di olio sulla pizza, salate e adagiate sopra le patate affettate, salate ancora, aggiungete un filo di olio abbondante e terminate con il rosmarino.
Infornate per una mezz’ora fino a che non risulterà bella dorata.

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli 

La panna cotta e il menù della seduzione

Quando studiavo a Roma, abitavo insieme ad una mia amica fissatissima con la cucina e con la panna cotta, ne faceva sempre un bidone e non la disponeva nelle coppettine ma la lasciava in una grande ciotola di vetro che posizionava dentro il frigorifero, io che sono sempre stata una grandissima rompipalle, mentre lei andava al gabinetto, mi precipitavo con il cucchiaio in mano, mettevo la testa dentro il frigorifero e mangiavo tutta la panna cotta che riuscivo a mettere in bocca in 3 minuti, lei se ne accorgeva sempre troppo tardi e si arrabbiava da morire.
una volta non mi ha parlato per una settimana intera, perché a causa mia, (così continua a sostenere lei) le avevo fatto sfumare l’amore della sua vita, il tale si chiamava Renato ed era un tipo un po’ ghiaccino, biondo slavato, alto e con un passato da fotomodello per fotoromanzi, che già la dice tutta, avendo esaurito tutte le armi di seduzione in suo possesso, la mia amica, provò a farlo capitolare con le sue doti culinarie e quindi con la panna cotta.
Cercai inutilmente di spiegarle che gli uomini fanno anche a meno della panna cotta e che semmai preferiscono un paio di calze autoreggenti ma lei non mi ascoltò e si mise ai fornelli.
Quando arrivò il fatidico momento di servire il dolce, con ribrezzo si accorsero che proprio nel centro della ciotola, c’era come una buca scavata da un animale vorace, che naturalmente ero io e non l’assaggiarono nemmeno.
Renato non la chiamò più e lei la panna cotta decise di cancellarla dai suoi menù d’amore.

La ricetta comunque è la seguente

Ingredienti
colla di pesce 3 fogli, 6 gr
500 ml di panna freschissima
un baccello di vaniglia
100 gr di zucchero

In una ciotola mettete dell’acqua insieme ai fogli di colla per alcuni minuti, intanto in un pentolino, riscaldate la panna con lo zucchero e la bacca di vaniglia tagliata longitudinalmente, strizzate i fogli e immergeteli nel composto, con una frusta, fate sciogliere bene la colla di pesce.
Prima che il composto, raggiunga l’ebollizione, togliete il baccello e versate con un ramaiolo la panna nelle coppette.
Lasciate in frigo 5 ore, al momento di servire, se avete utilizzato le formine in alluminio, fateci un buchino sotto con uno stuzzicadenti e la panna cotta scivolerà sul piattino, se invece avete utilizzato altri stampini, metteteli per alcuni secondi in acqua calda, velocemente sennò si scioglie tutto e rovesciate.
Per la salsa, ho sciolto una tavoletta di cioccolato con due cucchiai di latte a bagno maria

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli 

Pescespada con crema di ceci

Pescespada con crema di ceci

ingredienti per 2 persone
una fetta di pescespada tagliata alta tipo 2 cm
due cucchiai di olio extra vergine di oliva
peperoncino fresco
pangrattato qb
una manciata di pinoli
un barattolo di ceci
un ciuffetto di prezzemolo
un cipollotto fresco
pepe e sale qb

Ricavate dei bocconcini di pescespada.
Tritate finemente i pinoli, il prezzemolo, il peperoncino e uniteli al pangrattato, impanate solo la parte superiore ed inferiore ( non i lati). Fate cuocere nella padella con un filo di olio le due parti impanate per 2 min circa.
A parte preparate la crema di ceci così facendo:
Tritate il cipollotto, il peperoncino fresco e aggiungete l’olio, il sale e soffriggete in un pentolino. Fate rosolare il soffritto e unite i ceci. Dopo circa 10 minuti di cottura (consiglio di aggiungere un pochina d’acqua per rendere più lento il composto) passate al mixer.
Servite la crema a specchio sul piatto, adagiate sopra i bocconcini di spada rosolati e guarnite con una grattatina di pepe e del peperoncino fresco tritato.

Ricetta di Stefano Cherubini fotografia Alice Santella

Marmellata di more dello gnomo

Marmellata di more dello gnomo

La marmellata che preferisco è quella di more, di solito la rubo, nel vero senso della parola a mia suocera, quest’anno però mi ha detto che non aveva nessuna intenzione di farla, così mi è toccato cercarle, da principio sembrava una cosa difficile ma poi il mio fidanzato l’ha trovate proprio sopra casa e siamo andati subito col panierino a raccoglierle.
Le more di rovo, quelle selvatiche soprattutto quelle del Monte Amiata, profumano di fate e di gnomo, una volta ho conosciuto un signore che diceva di averli visti davvero e di averci parlato, cosa si siano detti è un segreto, mi ha rivelato solo che le more sono un ingrediente delizioso per la preparazione di crostate eccezionali, che gli gnomi amano mangiare nelle giornate piovose rinchiusi nei loro rifugi sotterranei.
Questa è la ricetta

Per ogni chilo di passata di more aggiungete 700 gr di zucchero
Prendete le more e mettetele nello scolapasta, lavatele delicatamente, poi passatele in un tegame dai bordi alti, aggiungete un bicchiere di acqua e cuocetele per una quindicina di minuti, poi passatele nel passaverdure con i buchini piccoli, sarà un po’ faticoso perché i semini sono tanti e avrete molto scarto, l’operazione è necessaria perché i semini tra i denti sono fastidiosissimi e compromettono la confettura.
Una volta passata la marmellata, rimettetela nel tegame e cuocetela insieme allo zucchero per più di un’ora, fate la prova del piattino, invasate e rimettete i barattoli chiusi bene nell’acqua e bollite per 20 minuti.

Ricetta, fotografia e figliolo di Cinzia Bardelli

Pipe rigate con ricotta, salsiccia e fiori di zucca

Oggi è stata una giornatina del cavolo, nel senso che non ne è andata una dritta, al lavoro è stato tutto un via vai di pazzi scatenati, a casa da mangiare non c’era praticamente niente e il mio figliolo non voleva assolutamente dormire e allora si, che si è scatenato il delirio…
Ho provato ad addormentarlo guardando per la settecentesima volta il film del trenino thomas, un trenino vintage di legno che a dirla tutta piace parecchio anche a me però c’è un limite a tutto.
Dopo il filmino è voluto uscire fuori a giocare con il trattore e ha preteso che caricassi una carriola giocattolo di sassi perché doveva lavorare con la ruspa, s’è addirittura arrabbiato perché non ero abbastanza veloce nella consegna del materiale, dentro di me speravo crollasse da un momento all’altro ma non è stato così e allora ho avuto la solita idea di ripiego ovvero, caricarlo in macchina con la scusa di andare a vedere una ruspa e tentare i famosi 35 giri del paese che stordirebbero chiunque e infatti dopo una ventina di minuti con la musica della radio a tutto volume s’è leggermente addormentato e sarebbe andato tutto bene se quella maledetta radio non avesse deciso di far ascoltare quel tormentone dei mondiali 2010 con shakira che sgambetta come una matta, quella canzone, gliela propinano sempre al nido per farli ballare, ho alzato lo sguardo per vedere dallo specchietto se stava dormendo e l’ho visto con le mani per aria tutto contento che sgambettava come Enzo Paolo Turchi….

Pipe rigate con ricotta, salsiccia e fiori di zucca
Ingredienti per 4 persone

400 gr di pasta
un cucchiaio di olio extra vergine di oliva
mezza cipolla
3 salsicce fresche
mezzo bicchiere di vino bianco
10 fiori di zucca
300 gr di ricotta fresca

Sbriciolate con le mani la salsiccia e rosolatela bene, aggiungete la cipolla tagliata finemente e sfumate con il vino.
Infine, aggiungete i fiori ai quali avrete tolto i pistilli, continuate la cottura per alcuni minuti, aggiungete la ricotta, se necessario amalgamatela con un paio di cucchiai di acqua calda.
Scolate la pasta e amalgamate il tutto.

Ricetta e fotografia Cinzia Bardelli

Zuppa di pane

In un tegame tritare la cipolla e la costola del sedano, versate 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva ed un pochino di sale. Fare insaporire fino a quando la cipolla inizia ad imbiondire, aggiungere le verdure e alla fine incorporare i pomodori strizzati e  spezzettati, fcuocete a fuoco lento per circa un’ora

Quando il pomodoro è cotto aggiungere il brodo quanto basta.

A parte preparare in una ciotola capiente una fila di pane raffermo (meglio se tostato) e con un ramaiolo aggiungere la zuppa e guarnire con una spolverata di parmigiano.

 

 

Composta di cipolle rosse di Tropea, aceto balsamico e pepe in grani

Oggi venerdì 13, mi sono svegliata con l’idea di fare la composta di cipolle rosse di Tropea, ho “lanciato”mio figlio al nido e come una furia mi sono diretta nel negozio di frutta di Teresa, dentro, c’ho trovato un signore che evidentemente si era svegliato con la stessa idea mia e stava comprando una cassetta di cipolle di Tropea, siccome sono famosa per la mia grande discrezione e riservatezza, mi sono letteralmente avventata sul malcapitato signore con una serie incredibile di domande su cosa ci faceva con tutte quelle cipolle, se aveva un ristorante, di che paese era…e lui ha fatto un’errore imperdonabile, mi ha confessato che è il proprietario di un ristorante e che ha fatto lo chef in giro per il mondo per più di 20 anni, poraccio! Allora si che mi sono fogata, mi ha raccontato delle ricette bellissime, piene di strani ingredienti e di un gelato al gorgonzola che deve essere stato un suo cavallo di battaglia.
Dalla borsa ho tirato fuori una penna mezza ciancicata e un foglio spiegazzatissimo e ho cominciato a scrivere tutto quello che diceva, mi sembrava di essermi trasformata in una grande reporter, come mi è dispiaciuto non avere con me la macchina fotografica. insomma la ricetta della composta di cipolle me l’ha data lui.
e lui è Moreno Picchietti, il ristorante da lui gestito si chiama il mulino
e si trova a Semproniano

500 gr cipolle
20 grani di pepe (lasciateli interi)
400 gr di mele
aceto balsamico mezzo bicchiere
400 gr di zucchero di canna
300 gr di zucchero semolato

accendete lo stereo e mettete perdere l’amore di Massimo Ranieri, almeno piangerete con ragione mentre pelate le cipolle, spezzatele grossolanamente e successivamente, fate la stessa cosa con le mele.
Prendete un tegame dai bordi alti e a fuoco lentissimo, fate appassire le cipolle, sfumate con l’aceto.
Aggiungete le mele, il pepe e lo zucchero e continuate la cottura per un’ora circa, fate la famosa prova del piattino, se la composta non scivola vuol dire che è cotta , mettete nei vasetti sterilizzati e capovolgete, formando il sottovuoto, oppure se volete stare più tranquille bollite i vasetti per 30 minuti.